Analisi dei danni – ridipinture 2
In questo articolo, fatte salve le premesse descritte nel primo articolo sulle ridipinture, analizzerò un caso di una policromia di una scultura lignea ripresa con colori a corpo.
Va detto che le sculture lignee e le opere mobili policrome in genere sono quelle più soggette in assoluto alla sovrammissione di strati di colore a corpo che riprendono più o meno fedelmente i colori sottostanti. Chiunque si occupi in qualche misura di beni culturali, non può non aver costatato questo dato .
Tale consuetudine è probabilmente dettata dalla maggiore facilità, da parte di chi gestisce dette opere, siano essi privati o enti ecclesiastici, di ovviare alla pulitura del manufatto con uno strato di nuova vernice … più veloce, più economico e non servono specialisti. Mentre per dipinti su tela o murali vi è una qualche remora, in caso di scultura policroma, non resistono alla tentazione e se non siamo di fronte ad un opera di altissimo valore artistico, custodita in un museo, possiamo stare certi di trovare strati di colore a corpo, che l’hanno ripresa anche più volte in un centinaio di anni. La situazione peggiora e gli strati si moltiplicano se la scultura in questione ha una valenza devozionale. Non so se sia per ingraziarsi il Santo in questione ma i suoi fedeli sono sempre prodighi di nuovissimi barattoli di vernice!
Il caso che intendo analizzare è una scultura lignea policroma raffigurante san Rocco.
Le ridipinture in questo caso riguardano il manto, il bastone, l’abito ed il volto, mentre la parte bassa dell’opera pare preservata da tale intervento.
Sul manto le due conchiglie del pellegrino di colore marrone, così come la cintura sono porporina ossidata. Il colore nero è uno smalto relativamente recente, probabilmente sintetico, mentre le ridipinture del mantello rosso ed abito verde, risalgono alla prima metà del ‘900, si tratta presumibilmente di uno smalto all’olio. Vista la consistenza e la lucentezza.
Il piccolo cane ai piedi è stato parzialmente risparmiato, così come l’incarnato della gamba del Santo, che conserva una qualità pittorica molto interessante e che potrà costituire un parametro per la conduzione dell’intervento.
Riconoscere le porzioni ridipinte da quelle conservatesi è di assoluta importanza al fine di calibrare con cautela l’intervento di pulitura delle superfici policrome.
A volte è difficile intravedere sotto agli strati di colore la qualità scultorea dell’opera, che essendo policroma, ha sin dalla sua ideazione un interazione molto importante tra volumi e colore. Equilibrio da tenere sempre presente durante il restauro.
Testi e immagini
SilviaContiRestauroConservativo
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