Intervento di restauro conservativo delle facciate e dei decori a graffito, via G Paglia, Lovere

Analisi della tecnica a graffito:

 

In linea generale i graffiti sono decorazioni parietali realizzate per sovrapposizione di malte colorate poi parzialmente rimosse. La rimozione si effettua con strumenti da graffio tipo bulini, unghie, raspe e spatole. L’azione di asportazione degli strati superficiali avviene al fine di far emergere il colore della malta sottostante e mettere in evidenza il decoro che può  assumere effetti al positivo oppure al negativo. A finitura del graffito vengono spesso realizzati dei ritocchi a secco o mezzo fresco per definire con maggiore precisione il decoro ottenuto per incisione della malta.

La tecnica del graffito è molto antica, ma nei territori lombardi si diffonde in particolare modo dal tardo ottocento sino alla metà del ‘900. Si tratta di una tecnica che si adatta molto bene alle ampie superfici parietali esposte agli agenti atmosferici, poiché il decoro viene realizzato nello spessore della malta colorata, così da ridurre al minimo l’utilizzo di colori e pigmenti che si potrebbero deteriorare per azione di acqua, vento e sole.
I decori a graffito  che analizzerò in questo articolo sono stati da poco restaurati, si trovano su di un palazzo dalle origini settecentesche ma riveduto e decorato esternamente agli inizi del ‘900

In questo caso i graffiti si suddividono in due tipologie tecnico materiali graffiti con fondo rosso e quelli con fondo bruno scuro oltre ad una terza tecnica di minore pregio ibrida tra graffito e dipinto a secco riservata agli elementi angolari verticali a finti conci

Graffito a fondo rosso Graffito a fondo scuro

Il graffito a fondo rosso è il decoro più elaborato ed è realizzato a mezzo di una sovrapposizione di malte colorate poi parzialmente rimosse, con la tecnica tradizionale del graffito.  Sulla superficie vi sono poi delle “finiture pittoriche” realizzate con tecnica pittorica a mezzo fresco, per meglio delineare i punti di luce ed ombre a finitura del decoro.
Come è stato realizzato

Si compone di una prima stesura di malta di calce idrata, sabbia di fiume e coccio pesto di granulometria media per lo strato di sottofondo, che ha uno spessore variabile da 1 a 2 centimetri, l’utilizzo del coccio pesto di granulometria media è certamente finalizzata ad ottenere, oltre al colore rosso, un effetto mosso e vibrante del fondo. Certamente il rosso coì intenso non può essere stato ottenuto con il solo coccio pesto per cui si presume vi siano anche dei pigmenti di cavatura del tipo rosso veneziano o pompeiano, terra d’ombra bruciata e terra di Siena bruciata.
Questo strato è stato poi ricoperto da uno strato di malta di calce idrata e polvere di marmo o caolino, di granulometria molto sottile di colore giallo chiaro dello spessore di pochi millimetri.
Lo strato più sottile e superficiale di malta di colore giallo è stato poi rimosso lungo le linee di un decoro a motivi floreali, presumibilmente predisposto in precedenza su cartoni. Infine sulla superficie della malta gialla, parzialmente fresca, in fase di carbonatazione,  sono stati realizzati i tocchi di finitura a pennello che hanno definito le luci e le ombre del decoro.
Per l’esecuzione della decorazione sono stati utilizzati vari pigmenti, parte per la colorazione delle malte e parte per i ritocchi di finitura, tra i quali si riconoscono: Giallo ocra, terra di Siena naturale, terra di Siena bruciata, rosso di cavatura, terra d’ombra naturale, terra d’ombra bruciata, nero e bianco di calce .

 

Il graffito a fondo scuro assume varie forme;  decori a griglia con serto della fascia alta, i riquadri sotto finestre, la sottile fascia a volute oltre agli angolari della fascia sotto gronda che si alternano al graffito rosso per contrasto cromatico.

Come è stato realizzato
Si compone di una prima stesura di colore scuro in alcuni punti più grigiastra, in altri più bruna, lo strato di colore scuro non ha un grande spessore, massimo 1 centimetro, il composto è particolare poiché si tratta di una malta di calce con ossido di metallo e sabbia di fiume. L’utilizzo dell’ossido di metallo finalizzato ad ottenere il colore scuro di fondo, dosato in quantità massicce, può essere attribuita alla vicinanza di una fabbrica ferriera. Ovviamente la carbonatazione ed il consolidamento di questo strato non è avvenuto in maniera corretta, o meglio nelle zone in cui il colore è più grigiastro e vi è una maggiore quantità di sabbia di fiume si è ottenuto un risultato sufficientemente solido, mentre nei punti in cui vi era una maggiore percentuale di ossido metallico la consistenza era del tutto polverulenta. Tracce di questo strato si sono rilevate anche nella zoccolatura a finti conci.
Appare palese che la particolarità tecnica nella realizzazione di questo graffito ha avuto una grande incidenza sul mediocre stato di conservazione di questi decori. L’ossido metallico è un elemento instabile, soggetto a ossidazione e privo di quelle molecole di carbonato di calcio indispensabili alla carbonatazione e all’ottenimento di una malta dalla consistenza solida.
Sopra allo strato di colore scuro è stato poi steso uno strato di finitura di malta di calce, sabbia di fiume e polvere di marmo di granulometria medio fine di colore giallo ocra, pigmentata in pasta. Questo strato ha uno spessore variabile ma piuttosto consistente, che misura dal centimetro al centimetro e mezzo. Molto più consistente rispetto a quello del decoro a fondo rosso, che misura pochi millimetri.
Infine vi sono delle finiture policrome della superficie realizzate a pennello su intonaco asciutto e quindi con tecnica a secco

.

 

Immagini e testi Silvia Conti ©