Restauro e poesia
In questo articolo ho deciso di pubblicare due poesie, premetto che me ne vergogno
ma del resto:
Ogni cretino scrive poesie
Ogni idiota cogita in versi
Vi sono più aspiranti poeti che artisti
La poesia è trasversale sgorga dall’anima, che tu sia chierico, dirigente o ferroviere sognante
In tutti gli esseri banali si nasconde una vena poetica
Nel recondito anfratto dell’ego sensibile, ognuno è poeta
Tra questi anch’io
Mi presento, mi chiamo Silvia e … se ci volete credere, qualche volta scrivo poesie ma, per fortuna, me ne vergogno
La seconda poesia è sulla professione del restauro … e dopo questo, la mia vena poetica tornerà nell’ombra!:
Vecchie carabattole, oggetti smembrati dalla superficie polverosa in androni vuoti
Ponteggi impervi in faccia al vento, luoghi irraggiungibili, nati per essere veduti, amati ma non toccati
Caciara di tubi e compressori alternati a silenzi infiniti, tracce di pensieri perduti, alti e lontani
Ricerca di labili frammenti nella fragilità della materia a cui allungare il tempo
Tentativi falliti di testardaggine e pazienza, infine il risultato seguito da effimere celebrazioni e urgenti relazioni
Si svuotano gli spazi dall’ingombrante presenza riprende la vita quotidiana di oggetti e luoghi
Riprende il nostro pellegrinaggio verso nuove superfici polverose
“Addio monti sorgenti dall’acque ed elevati al cielo … quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana.” diceva Manzoni, poiché infine
La professione del restauro è il legame indissolubile dell’anima alle cose che non è dato negare
Testi e immagini
SilviaContiRestauroConservativo
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