Sogno di una notte di mezzo inverno
Questo è un racconto, il racconto di un sogno
già anche i restauratori sognano … Beh, lasciateci fare almeno quello!
L’esperta restauratrice incedeva con fare sicuro, a passi svelti varcò la soglia del maestoso palazzo e si perse in un dedalo di corridoi affrescati le cui grandi vetrate si aprivano sui giardini interni che non aveva tempo di fermarsi ad apprezzare. Giunse alla sala riunioni 24, ad attenderla dietro all’elegante porta in mogano, un grande numero di colleghi, architetti, funzionari ministeriali ed economisti. Fece giusto in tempo ad entrare che …
“Prego signori prendete posto”, la voce del presidente di commissione si diffuse nel grande salone affrescato. Il brusio ed il rumore di sedie trascinate andò scemando
Bene, disse il presidente “Ho riunito urgentemente questa commissione poiché ci si pone nuovamente il problema di trovare ditte di restauro che possano far fronte alla valanga di finanziamenti che ci sono stati assegnati a seguito dei nostri progetti“. Un mormorio si diffuse in sala. “Ma come” disse qualcuno, “di nuovo”, disse un altro. “Avete fatto scorrere l’elenco dei Restauratori?” disse una voce. “certamente” Rispose il presidente, “ad oggi tutti i restauratori abilitati risultano essere oberati di lavoro, tutti loro hanno almeno trenta dipendenti e faticano a trovare altra manodopera. Le nuove leve sfornate dalle accademie e dalle università vengono impiegate non appena diplomate, bisogna attendere che finiscano i corsi ” Di nuovo il brusio. “È una questione strutturale, dobbiamo trovare una soluzione. I restauratori Italiani ad oggi non bastano. Bisogna intensificare la formazione e pubblicizzare la professione”
La restauratrice assorta dinnanzi al suo blocco degli appunti pensava, ma da quand’è che siamo in questa situazione? Non se lo ricordava, eppure le pareva che un tempo non fosse stato così. “Ora ricordo, è stato quell’anno, quello del governo del pentimento. Quel governo tecnico che decise di destinare gli stessi finanziamenti dello sport nazionale alla salvaguardia del patrimonio pubblico e privato.” Quell’anno cambiò il volto della nostra nazione, il nostro ruolo nel mondo e la vita dei restauratori ! Ma che anno era, fammici pensare”…..
Trillin, trillin …. yaaawn, dov’è il telefono? Con una mano raggiunse il cellulare e lo tastò, anzi lo pestò con gesti inconsulti sino ad interrompere il suono infernale della sveglia.
Davanti agli occhi le comparve la sedia ricolma di abiti, dalla finestra la luce del lampione; “è buio pesto e già mi devo alzare!” pensò ricadendo pesantemente sul piumino. In un secondo realizzò tutto quello che avrebbe dovuto fare in giornata e tutto quello che non era riuscita a concludere nelle giornate precedenti, un senso di sconforto la pervase. Una sola concretezza in quel buio risveglio; Un cantiere freddo, umido e polveroso l’attendeva … e, improbabile a credersi, ma questa prospettiva già la faceva sentire meglio.
Si alzo in un balzo si lavò velocemente e si vestì anche più in fretta stratificando i mille indumenti da cantiere, accarezzando il gatto e bevendo il caffè. Diede da mangiare ai suoi fidi e sonnacchiosi animali cercando di non svegliare il resto della famiglia e mentre afferrava le chiavi dell’auto, la spazzatura, i guanti e la borsa da cantiere pensò al sogno della notte … e una irrefrenabile risata risuonò nell’androne delle scale di una qualsiasi casa di una qualsiasi restauratrice in una qualsiasi mattinata invernale
Testi e immagini
SilviaConti RestauroConservativo