Un articolo tecnico scritto per la rivista Ingenio, destinato agli addetti ai lavori, che cerca una via di senso tra normative e strumenti a disposizione, per la scelta consapevole di un materiale per l’edilizia ed il restauro.
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Il patrimonio architettonico sottoposto a vincolo di tutela pone spesso problematiche gestionali di destinazione d’uso soprattutto se messe in relazione alle esigenze conservative e di sicurezza del manufatto stesso
http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2024/02/7bbb9baa4e8261ecc101128cb52f23e7534388d5.jpg460618Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2024-02-04 09:27:112024-02-04 09:27:16Il patrimonio storico tra conservazione e destinazione d’uso
In questo articolo non si parla di restauro bensì di intonaci per l’edilizia contemporanea. Un tema ordinario, diffuso ma spesso noto negli aspetti più superficiali. L’intonaco per l’edilizia civile contemporanea può influire sul paesaggio urbano, anche quello di interesse storico per questa ragione è utile approfondirne la conoscenza
La disciplina del restauro offre da sempre nuove prospettive, nuovi scorci e, per chi li vuole cogliere… nuovi spunti di riflessione.
In questo momento storico il restauro, trainato dalle varie forme di agevolazione fiscale del tipo Bonus, sta vivendo una sorta di rinascita. Pare si stia delineando all’orizzonte la differenza tra edilizia e restauro e la possibilità che queste due entità distinte coesistano e collaborino, ognuno per le proprie competenze, per il fine unico. Quello della conservazione dei monumenti e degli edifici di interesse storico artistico.
Non è di facile lettura intuire o prevedere quale possa essere l’evoluzione o la ricaduta futura di questo particolare momento storico per la conservazione dei manufatti storici e per la categoria dei restauratori . Certo è che sarà di grande importanza non lasciare che tutto quanto costruito, seppur in modo quasi fortuito, vada perduto.
Testi e immagini di silvia conti
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http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2021/05/IMG_0230-scaled.jpg19202560Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2021-05-20 13:25:492021-05-20 13:35:22Bonus Facciate e Restauro - Articolo da Artribune
http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2020/10/terra-rossa.jpg11621769Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2020-10-26 09:09:592020-10-26 09:11:07I colori di Terra oltre in Marketing e la Moda da Artribune
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Questo articolo, è il secondo di una serie dedicato al committente dei lavori di restauro, in questo secondo scritto parlerò specificamente dei più comuni errori nei quali incappa il committente sia esso privato che pubblico quando affronta un problema o un lavoro inerente il restauro
1 – Il primo e più comune errore che il committente privato compie è di fatto un sentimento, il timore nei confronti professionista del restauro. Questi mitologici streghe o stregoni che vivono nelle grotte (dipinte) e che parlano un idioma saccente e incomprensibile. È bene sfatare questo mito, un bene per i restauratori, per il committente e sopratutto per l’opera da restaurare. Poiché in alternativa il committente privato finisce per rivolgersi a praticoni più o meno improvvisati a danno del suo portafoglio ed ovviamente dell’opera. Si perché l’amico dell’amico che fa tutt’altro ma che certo sarà in grado di restaurare … nella maggior parte dei casi non è neppure economico!
2- Il più comune errore che compie il committente pubblico sta a monte del restauro stesso, si trova in fase progettuale e forse prima ancora in quella ideativa dell’intervento. Quando si pensa che il restauratore non serva e si demanda tutto al progettista incaricato. In questi casi, se il progettista non è abbastanza avveduto di recuperare un restauratore per suo conto, si trovano computi metrici improbabili trasposti pari pari dai prezzerai edili con voci e materiali inutilizzabili nella realtà di un restauro conservativo. In seguito a ciò si generano spesso situazioni ingestibili tra appaltatori, direzione lavori, Soprintendenze e committenti. Dei temibili guazzabugli di difficilissima risoluzione
3 – L’errore più diffuso nei casi in cui il committente sia uno studio di progettazione è strettamente legata ad un’antica percezione che certi studi di progettazione hanno di se, quella di dover essere in grado di fare tutto, anche quello che non conoscono . E, qualora si rendano conto di avere qualche lacuna in campo del restauro … pensano di risolvere brillantemente il “gap” chiedendo un preventivo ad una ditta di restauro, proponendo il lavoro che stanno progettando senza specificare nulla, nemmeno le fasi di lavorazione previste. La ditta, ignara, formula la sua offerta al ribasso, che è frutto di un idea personale e non riferita ad un progetto predefinito . Il professionista piglia l’offerta o preventivo e lo mette pari pari nel computo metrico. Sul quale verrà chiesto a malcapitati restauratori, normalmente altri malcapitati rispetto al primo, un offerta al ribasso. Questa è la modalità per fare una gran confusione e ottenere prezzi da strozzini. E alla fine la ditta che fa il lavoro la si trova, ma farà ben meno e probabilmente ben peggio di quanto ci si dovrebbe aspettare.
4 – Altro errore molto diffuso in caso di restauro architettonico consiste nel chiamare il restauratore quando tutti i professionisti e artigiani sono già intervenuti, come si farebbe in caso di un dipinto su tela o di un oggetto prezioso. Poniamo che l’oggetto di restauro sia la bifora piuttosto che la fascia sotto gronda o il lacerto di affresco di una facciata . Quando si procede in questo modo solitamente il risultato finale è slegato disarticolato e l’elemento oggetto di restauro un francobollo nel vasto mare dell’edilizia comune. È di fatto probabile che il restauratore debba intervenire verso la fine dei lavori ma l’opportunità di coinvolgerlo sin da subito potrebbe aiutare ad affrontare l’intero intervento con maggiore organicità e rispetto per l’intero manufatto.
5 – un diffusissimo errore della committenza consiste nel confondere il progetto di restauro con il preventivo di restauro. In realtà sono due atti professionali distinti e l’uno non sostituisce l’altro! Il progetto è uno studio accurato del manufatto da restaurare, il più oggettivo possibile, correlato di una proposta d’intervento. Il preventivo è di fatto un offerta economica per realizzare quel dato intervento, ed ha la caratteristica di essere del tutto soggettivo. Il problema che sorge immediatamente agli occhi del committente è che il progetto ha un costo mentre il preventivo è gratuito. Così molti committenti si chiedono; perché mai scegliere il primo quando va benissimo il secondo e più economico? Bene, sappiate che alla base di questa scelta si trovano molti degli insuccessi dei progetti presentati alle Soprintendenze di tutta Italia
Vi chiedete quale sia la soluzione a questi cinque errori? In realtà è molto semplice; consiste nel parlare con i professionisti del restauro, coinvolgerli nelle scelte. Creare dei gruppi di lavoro con più figure professionali, dove ognuno apporta le proprie competenze. Non abbiate paura dell’aspetto economico, parlatene preventivamente e una via condivisa si troverà!
Questa è la seconda parte dei consigli per i committenti del restauro … a presto le prossime puntate
Testi e immagini
SilviaContiRestauroConservativo
http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2020/03/IMG_7026j.jpg40323024Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2020-03-25 10:13:572020-03-25 14:53:23Il nodo del Restauro - Gli errori del committente
In questo articolo, anziché parlare da restauratrice per restauratori proverò a parlare da restauratrice per i committenti del restauro. Ho provato a mettermi dall’altra parte, dalla parte del committente e, devo ammettere, il panorama è tutt’altro che semplice.
Ho verificato che non dev’essere cosa facile affacciarsi alla selva degli adempimenti richiesti in caso di restauro da “non addetto ai lavori” e, in caso di manufatto non sottoposto a vincolo dev’essere comunque un bel guaio approcciarsi alla scelta tra la selva di professionisti … e non. Scegliere chi possa fare al caso proprio e soprattutto distinguere e scegliere tra un intervento conservativo da un intervento mascherato da restauro. E questo vale sia per il committente privato che per lo studio di progettazione. Un vero e proprio nodo da districare
La via del restauro appare la più tortuosa soprattutto se raffrontata a quegli interventi molto diffusi e che mostrano sempre il loro lato “fast & cip”: una settimana e la tua casa splenderà come nuova, niente polvere, niente autorizzazioni, pochi soldi … che altro si potrà mai desiderare ?! Ma la realtà dei fatti è piuttosto distante anche dagli interventi veloci e indolori che normalmente tendono a mostrare l’altra faccia della medaglia entro breve tempo
Proverò a dare dei semplici spunti affinché chi si approccia in qualità di committente, alla disciplina del restauro, possa distinguere e scegliere più agevolmente
Le priorità: In primo luogo è utile stendere un elenco di priorità. Analizzare ciò che si vuole restaurare in relazione alle altre azioni necessarie o circostanti. Mi spiego meglio, ad esempio la parte di restauro di una facciata nel complesso di un a ristrutturazione più ampia, oppure il restauro del libro storico in relazione ad altre spese necessarie per l’adeguamento degli spazi circostanti. Quindi collocare il restauro desiderato in un elenco di priorità. Stendere un elenco da 1 a 10 e compilarlo. Se il vostro restauro sta tra la posizione 7 e 10, lasciate perdere. Se lo collocherete tra il 4 ed il 6 potete pensare di affrontare l’avventura. Se il restauro sta tra le prime tre posizioni … non attendete oltre, cominciate a cercare i professionisti!
Fermi! Se temete di non avere fondi sufficienti per realizzare un restauro evitate gli interventi sostitutivi. Del tipo : “chiamo il muratore, l’imbianchino o il falegname anziché il restauratore”… piuttosto di fare male non fate nulla! Oppure scegliete un intervento di messa in sicurezza e attendete tempi migliori. Un qualsiasi intervento inadeguato potrebbe compromettere per sempre il vostro bene storico
I costi: Spesso il restauro conservativo costa meno di quanto non si possa immaginare, semplicemente non lo si considera una priorità. Proverò a fare un esempio, mentre ognuno è tranquillamente preparato a spendere decine di migliaia di euro per l’adeguamento di un impianto elettrico o la nuova serranda del garage e non si stupirà certo delle richieste connesse a tali lavori. Salterà sulla sedia non appena il restauratore del legno chiederà un paio di migliaia di euro per il restauro della cassapanca della nonna. Eppure basterebbe abituarsi all’idea del restauro come un atto dovuto agli oggetti che amiamo, che richiede tempo, materiali e competenze e che si, per loro natura hanno un costo!
I professionisti: Nel restauro come in tutte le altre discipline esistono dei professionisti che per giunta possono avere specializzazioni a seconda del bene materiale di cui si occupano. Potrete trovare specialisti dei dipinti e quelli della carta, quelli del legno, degli intonaci, della pietra, dei metalli e così via. Ma spesso pare una disciplina unica, confusa, vagamente nebulosa e molto distante dalla realtà. Per questo motivo si tende a cercare il “sostituto” del restauratore in una figura che paia più gestibile e alla portata di tutti. Il sostituto può essere il falegname … “così bravo che può restaurare” o l’orologiaio che potrà certo dare una lucidata all’antico pendolo di casa, e così via. Ma queste scelte, seppur rassicuranti in prima istanza, potrebbero rivelarsi il passo falso che genererà di seguito problemi di conservazione dei manufatti artistici. Letto per esteso è un pensiero che pare assurdo, nella stessa misura in cui nessuno dotato di senno, farebbe sistemare la caldaia da un muratore o il tetto all’elettricista. Tuttavia si rileva come persistente, un affannoso e diffuso tentativo di trovare i sostituti ai professionisti del restauro soprattutto tra i privati ed i progettisti che lavorano per i privati.
Così per gioco provate a cercare i professionisti, parlategli chiaramente delle problematiche, si sa mai che si trovino delle inaspettate soluzioni nonché delle piacevoli sorprese!
Questa è la prima parte dei consigli per i committenti del restauro … a presto le prossime puntate
Testi e immagini
SilviaContiRestauroConservativo
http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2020/01/IMG_6264-e1579336797935.jpeg20183032Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2020-01-18 10:13:412020-01-18 11:28:48Il nodo del Restauro - Vademecum per il committente 1
Gli interventi su palazzi storici o su complessi urbani vedono l’intersecarsi di molte discipline, due in particolare l’edilizia ed il restauro, due discipline che si trovano a lavorare sugli stessi manufatti, “gomito a gomito” ma sono e restano ben distinte tra loro.
Possiamo affermare che il restauro architettonico convive con l’edilizia, che ha delle fasi di lavorazione se non simili confondibili, ma ciò non equipara le due tipologie d’intervento
Spesso i termini di ristrutturazione e restauro vengono utilizzati impropriamente come sinonimi.
Il concetto di restauro delle grandi opere è divenuto liquido e malleabile, per questo spesso viene utilizzato impropriamente, qualche volta con furbizia e dolo, qualche volta per mera insipienza. Tutti sappiamo che per ragioni burocratiche passano per opere di restauro interventi che prevedono percentuali inferiori al 10% di restauro conservativo vero e proprio. Ma la burocrazia non dev’essere una scusa per trasformare in restauro ciò che restauro non è!
Soprattutto tra gli addetti all’edilizia e della parte commerciale immobiliare resta una grande confusione su cosa sia restauro e cosa edilizia. Così per dare un piccolo contributo a chiarire le aree di pertinenza di specifiche fasi di lavorazione che possono essere ascrivibili ad entrambe le categorie. Ne elencherò alcune indicando ciò che è restauro e quindi va realizzato da restauratori e ciò che è edilizia e quindi può essere realizzato da muratori, carpentieri, imbianchini, serramentisti, ecc
Ecco l’elenco
Scoperchiare un edificio e rifare la copertura è EDILIZIA
Rimuovere il manto di copertura di un edificio, conservare i coppi antichi, pulire, conservare, consolidare e trattare il legname , quindi riposizionare il manto di copertura integrando le sole parti mancanti con coppi simili è RESTAURO
Demolire un edificio per poi ricostruirlo uguale, uguale è EDILIZIA
Cambiare destinazione d’uso e trasformare un palazzo nobiliare in un condominio è EDILIZIA
Cambiare destinazione d’uso, suddividere un palazzo nobiliare con setti mobili e distinguibili, dove possibile trasparenti, conservando ogni elemento materiale sia di interesse storico artistico utilizzando per ogni materia la specifica tecnica di restauro (scale, affreschi, porte, pavimenti, soffitti lignei, vetri antichi, ecc) è RESTAURO
Bucare un soffitto a volta o demolirla in parte per farci passare una scala di collegamento è … EDILIZIA
Trovare soluzioni rispettose e compatibili con il palazzo storico è RISTRUTTURAZIONE compatibile con il RESTAURO
Scavare tracce nei muri per il nuovo impianto elettrico è EDILIZIA
Progettare impianti elettrici esterni e corpi illuminanti che riutilizzino vecchi alloggiamenti è RISTRUTTURAZIONE compatibile con il RESTAURO
Rifare i solai in CLS è EDILIZIA
Consolidare i solai è RESTAURO
Uniformare e regolarizzare le aperture di una facciata è EDILIZIA
Conservare tutto quel che c’è, che ci piaccia oppure no è RESTAURO
Demolire gli intonaci è EDILIZIA
Demolire stuccature cementizie avendo cura di salvaguardare i lacerti di intonaco antico, previa esecuzione di opportuni consolidamenti e stuccature salvabordo è RESTAURO
Stendere una “rasatura” di intonaco o intonachino e ricoprire tutto quello che c’è così “diviene più uniforme”, è EDILIZIA
Spianare le pareti, annullare le ondulazioni, raddrizzare gli spigoli e rendere tutto “a piombo” è EDILIZIA
Seguire gli andamenti naturali storici o storicizzati degli intonaci è RESTAURO
Demolire l’intonaco per mettere in mostra la tecnica costruttiva della pietra o del mattone sottostante è EDILIZIA
Ripristinare le porzioni di intonaco mancante, con intonaco di uguale composizione e granulometria di quello originale, avendo cura di non coprire i lacerti originali è RESTAURO
Eseguire stuccature spalmando e sfumando la malta per decine di centimetri oltre la mancanza è EDILIZIA
Eseguire stuccature fermandosi sulla rima della mancanza è RESTAURO
Cambiare il colore ad un palazzo storico (disconoscendo le stratigrafie) solo perché al committente “piace il giallo” oppure perché si intona meglio al contesto è EDILIZIA
Consolidare gli intonaci con acqua di calce o silicato di potassio è RESTAURO
Stendere una “mano” di aggrappante o isolante prima della tinteggiatura finale è EDILIZIA
Tinteggiare con colori acrilici e al quarzo è EDILIZIA
Velare, integrare, ritoccare, armonizzare i colori esistenti con pigmenti e materiali della tradizione è RESTAURO
Queste sono solo alcune delle fasi che più comunemente sono soggette a confusione tra le due categorie, ma ve ne sono certo molte altre. Chi volesse contribuire alla distinzione, aggiunga altre fasi nei commenti
Testi e immagini
SilviaConti RestauroConservativo
http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2019/12/IMG_5964-e1576404704486.jpeg30322274Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2019-12-16 08:39:592019-12-18 09:08:31Restauro ed edilizia ... trova le differenze
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