Otto marzo e restauro
Ho pensato alla correlazione tra festa della donna e il lavoro del restauro. Oddio, non vorrei essere retorica! Chissà, forse ne possiamo parlare? Non saprei, vediamo se funziona; 8 marzo, festa delle donne, le donne e il restauro, cerchiamo di non essere pedanti però
Provo a pensare ad una festa delle restauratrici, poiché se il restauro non è propriamente “donna” e neppure troppo femminile, è costellato e caratterizzato dalle donne. Il restauro ha in sé una contraddizione che esercita un grande fascino. È un lavoro faticoso, sporco e polveroso, a volte rischioso eppure ha un’altissima rappresentanza femminile.
Si perché il restauro non potrebbe essere ciò che è, senza la pazienza delle restauratrici senza quelle interminabili ore, spese come fossero minuti, attorno a quei dettagli minimi.
Senza quelle operazioni attente, tediose e ripetitive, che nei cantieri sono sempre riservate alla donne!
Senza le chiacchiere e le pause caffè tra pennelli, spatole, secchi, barattoli e qualche immancabile ragnatela
Senza l’affinità che ci lega all’opera che stiamo restaurando come se fosse qualcuno di amato e non qualcosa. Che ci spinge a capirne di più, a sondare la storia a leggere le tracce, a parlare all’opera. Sentimento che culmina nella proverbiale e ridicola a fatica nell’abbandono del lavoro ultimato, come fosse un amico, come fosse un amore
Ecco la storia del restauro e le donne è una storia d’amore! Molto semplice. Tutto qui!
Testi e immagini
SilviaContiRestauroConservativo