Decalogo antropologico del restauratore
In collaborazione con il gatto del restauratore ed in virtù dell’esperienza diretta, ho condotto uno studio antropologico sul campo, in base al quale … penso di poter riconoscere un restauratore/ restauratrice tra mille persone.
No, non sto dicendo che so riconoscere quelli che mangiano il panino vestiti di bianco (maculato) sulle scale di una chiesa, sarebbe troppo facile, quelli li riconoscono tutti.
Intendo in altri luoghi, ma per rendere facile il riconoscimento anche a persone esterne all’ambiente elencherò un decalogo
Vuoi riconoscere un restauratore, vuoi capire se sei un restauratore inside? Ecco un #decalogo utile:
1 – Il restauratore è un animale sociale, migratore, tendenzialmente nomade. Nidifica nelle chiese, nei musei, nelle biblioteche e nei palazzi storici. Il suo motto, a seconda della specializzazione; dove c’è un ponteggio, c’è casa! Dove c’è polvere c’è storia! Dove ci sono solventi c’è amore!
2 – Il restauratore in una mostra d’arte guarda il restauro e non le opere, lo potrete notare quando, con aria indifferente allunga il collo a destra e sinistra per capire se riesce a intuire com’è fatta la parchettatura di una tavola dipinta. Oppure cerca di vedere l’opera da punti del tutto inadeguati a godersi la vista, tipo a luce radente per valutare le stuccature e gli eventuali difetti di adesione.
3 – Il restauratore ama gli animali, forse per questo ha una certa eleganza nella sua apparente sciatteria, vi capiterà infatti di notare tra le tute un tempo bianche ed i pile stratificati, emergere un unghia laccata o un filo di trucco. E, fuori dai panni da cantiere, potreste non riconoscerlo affatto!
4 – il restauratore in cantiere, eccetto le scarpe antinfortunistiche, veste Decathlon! Detto fra noi quella famosa catena di abbigliamento sportivo farebbe bene a sponsorizzare dei restauri, visto la portata della pubblicità indiretta di cui gode.
5 – Il restauratore si adatta a fare quasi tutto , per questo sono ambiti come mariti, mogli o conviventi. Tinteggiano casa, usano il trapano come fosse l’estensione della loro stessa mano, tappano i buchi, ritoccano porte sfregiate, incollano i distaccamenti del pavimento laminato, rimuovono la muffa dalla cantina e, qualche vota aggiustano anche le prolunghe elettriche.
6 – Il restauratore occupa molto spazio, normalmente ha un armadio di abiti civili, due di abiti da lavoro e … tutto il resto della casa, garage, cantine e solai sono occupati dal suo eterogeneo materiale da lavoro. Per questo, dopo essere stati ambiti come mogli, mariti, conviventi, (di cui al punto 5) diventano “invasivi”.
7 – Il restauratore ricicla tutto, stracci, vecchi abiti, vasetti dello yogurt , boccette di vetro, vasetti, viti, lame. Ma il top di gamma resta il tappo del secchio, sottratto con inganno all’imbianchino, per farne una tavolozza! Chi non l’ha visto almeno una volta, alzi la mano!
8 – Il restauratore riesce a caricare in macchina qualsiasi cosa. Anche quando è vuota, potrete trovare nell’auto del restauratore oggetti inconsueti, tipo tenaglie, poggia mano, pennelli, scarpe antinfortunistiche, bisturi e guanti
9 – Il restauratore ha grande capacità di sopravvivenza. Potrebbe sopravvivere nel deserto, tra i ghiacci o combattere la pestilenza. Poiché le esperienze accumulate in cantieri scomodi, in chiese umide e gelide, in archivi privi di ossigeno ma saturi di batteri e nei campanili infuocati, hanno forgiato la sua natura! Potrebbero essere gli umani del futuro, per via dell’intensa attività dei loro anticorpi, chissà forse per questo la burocrazia stenta a riconoscerli!
10 – E per finire, il luogo preferito dal restauratore e dalla restauratrice per lo shopping è … LA FERRAMENTA!!!!
Ho forse dimenticato qualche punto saliente? Aggiungilo nei commenti!
Testi e immagini SilviaConti@RestauroConservativo