Petrolio della Nazione? Yes we are!
Analisi semi seria del rapporto tra politica e beni culturali
… buongiorno, siamo i restauratori.
Eccoci qua, ad oggi possiamo vantare una stretta parentela con il “petrolio della Nazione” cioè i Beni Culturali !
Per dovere di precisione siamo quelli che mettono il petrolio nei barili e lo conservano. Quelli che si sporcano le mani. Quelli che quando si tratta di fare un cartellone pubblicitario vengono messi in posa e quando si tratta di riconoscerli come categoria nessuno li vede
Appariamo e scompariamo come piccoli fantasmi, ma all’occorrenza con discrezione, per servirvi!
2 La politica e i beni culturali
L’atteggiamento della politica Italiana rispetto al patrimonio culturale è sempre stato piuttosto singolare. Palla al piede prima, petrolio d’Italia poi … mai che vi sia stata una percezione realistica della situazione!
Infatti il dato più divertente ed emblematico è pensare che il concetto più recente, quello di patrimonio culturale come petrolio della nazione, sia nato da un senso di pudore di fronte a questo immenso patrimonio che chiede di essere conservato. Il Ministro di turno, i politici in genere e a volte anche i funzionari, sono stati intimoriti dal dover chiedere risorse per gestire e conservare i beni culturali. E allora hanno pensato bene di dire … “tranquilli …. è il petrolio della nazione!” Come una forma di giustificazione o rassicurazione per gli astanti dubbiosi di fronte a quell’ammasso di vecchiume
Chissà perché nessuno ha mai provato pudore al pensiero che le infrastrutture o la sanità abbiano bisogno di risorse. Evidentemente quello è naturale
Per molti anni è stato considerato una sorta di “rifugio peccatorum” ovvero il luogo dove inviare politici che, il governo di turno non sapeva bene dove collocare, ma ai quali doveva pur dare un incarico. Motivo per il quale vi sono finiti insigni personaggi della storia d’Italia che nessuno ricorda.
Fatta eccezione per alcuni casi in cui il politico giusto era finito al posto giusto, ma certamente si era trattato di un caso fortuito e del tutto transitorio!
Nei tempi più recenti è decisamente più glamour fare il Ministro alla cultura per cui l’atteggiamento è cambiato ma, soprattutto nella sua forma esteriore
Su base statistica e storico politica ovvero in base ai dati desunti dalla storia della nostra Repubblica, possiamo affermare che nel cambio del nome del Ministero o degli uffici ad esso connessi, risiede tutto il senso politico e progettuale della sua azione sul patrimonio
Per essere banalmente esplicativi fornirò un breve esempio della variazione dei nomi del ministero e delle Soprintendenze, senza voler essere esaustiva … sarebbe impossibile
Cambio dei nomi del Ministero
- Ministero per i beni culturali e l’ambiente (1974)
- Ministero per i beni culturali e ambientali (1975)
- Ministero per i beni e le attività culturali (1984)
- Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (2013)
- Ministero dei beni e delle attività culturali (2018)
- Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (2019)
Cambio dei nomi delle Soprintendenze
Le soprintendenze nascono nel 1904 e vengono normate dal Ministro Luigi Rava nel 1907 suddivise in tre aree di competenza
- Soprintendenza ai monumenti 1907-1923 1939-1974
- Soprintendenza agli scavi e musei archeologici 1907-1923 1939-1974
- Soprintendenza alle gallerie 1907-1923 1939-1974
Dagli anni ’80 ad oggi è stato un turbinio scoppiettante di nomi che spesso di anno in anno si allungavano, si suddividevano a seconda delle regioni e comunque, sempre si complicavano
Prendiamo ad esempio una soprintendenza : La Soprintendenza alle Gallerie è divenuta Soprintendenza ai Beni Mobili storico artistici, poi Soprintendenza ai Beni Storici Artistici che negli anni seguenti diveniva, Soprintendenza ai Beni Storici Artistici ed Etenoantropologici, che l’anno seguente divenivano, Demoetnoantropologici, a questi nomi sono seguite le sigle tipo SBAP e SBEAP, certamente imparentate con i suoni onomatopeici Bim, Bum, Bam, Patapim e Patapam
Il nuovo governo si è da poco insediato e ancora non sappiamo come si atteggerà il nuovo Ministro dei beni e attività culturali, in ogni caso … ha già cambiato il nome del ministero!
Come sempre una speranza la conservo, sarà che tutte le volte ci casco, tutte le volte ci credo, e penso che al di la degli schieramenti politici, possa essere designato qualcuno che abbia realmente a cuore il patrimonio storico artistico di questa povera grande nazione
Chissà … ai posteri l’ardua sentenza
Testi
SilviaContiRestauroConservativo
Immagini gentilmente concesse da Giovanni Alfieri Fotografo www.giovannialfieri.com