E chi l’avrebbe detto mai. Tutto questo tempo per noi!
Improvvisamente distolti da una routine vorticosa di corse affannose e di eterni ritardi, catapultati in un tempo largo. Immersi in una moltitudine di ore giorni e notti che non sono più uguali.
Quando correvamo per centinaia di chilometri tra luoghi, problemi e persone diverse, i giorni erano uguali! Ora no, non sono più uguali tra loro.
Sarà che ci tocca assaporare ogni sfumatura della minima variabile dell’attività umana. Sarà l’attività stessa del pensiero che corre libera, più libera di prima, più libera che mai
È il tempo sospeso!
È lui! Da non confondere con “il tempo perduto” e quello “ritrovato” di Proust. Eppure un assonanza si intravede, in quell’opera di Proust dove il tempo si dilata nei lunghi e complessi periodi di una scrittura che si bea della propria stessa bellezza.
Così per noi, ovunque ci si giri c’è tempo, qualsiasi attività si intraprenda non ha scadenze. Non eravamo abituati! Si percepisce una strana vertigine. Probabilmente non avremo risultati sublimi come fu per la scrittura di Marcel Proust ma possiamo provare ad approfittare di questo tempo sospeso per cercare il meglio di noi
In questa convivenza indotta e inaspettata con noi stessi che non lascia spazio agli orpelli; niente ruoli, niente fughe. Ovunque ci si giri la nostra essenza resta lì a guardarci negli occhi. Costretti a fare i conti con noi stessi. Paure, successi, fallimenti, sogni e speranze, prospettive e incognite. Noi e la nostra realtà!
Si consuma uno scontro mite tra verità e percezione, tra realtà e credenza comune. La realtà spesso non ha interesse a mostrarsi, è meno vanesia della finzione perché forte della propria verità.
Curioso che ciò accada, proprio in questi tempi nei quali non è cosa facile distinguere il vero dal presunto tale.
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http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2020/04/IMG_3832.jpeg30244032Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2020-04-07 12:20:332020-04-08 08:34:14Il tempo sospeso
Tra ottobre e novembre del 1630 entrò a Milano il primo contagiato della peste, una fonte storica lo dice proveniente da Lecco il 22 ottobre e la seconda fonte dice fosse giunto da Chiavenna il 22 novembre, non si sa chi abbia ragione dei due ma il fatto vero è che la peste dilagò, incontenibile come un fiume che rompe gli argini e si diffuse in tutto il nord Italia con alcune propaggini anche in Emilia e Toscana, la mortalità tra la popolazione variò tra il 30 ed il 60%
Prima di quella pestilenza vi fu la carestia, la morte di Vincenzo II Gonzaga, qualche guerra ed una diffusa situazione di instabilità e decadenza
Era il 21 novembre 1631 Milano e gran parte del nord Italia si risvegliava del più atroce degli incubi e non sapeva se essere felice per l’agognato risveglio o disperata per la devastazione
Bella sfortuna trovarsi a Milano nel 1630 mi dicevo, mentre studiavo i tomi dell’esame di storia moderna. La cosa che più mi colpì fu la vicenda dei protagonisti della corrente artistica del ‘600 lombardo praticamente azzerata dalla peste. Si era infatti portata con se artisti come Cerano, Daniele Crespi e il committente per eccellenza, il Cardinale Federico Borromeo. Sono rimaste le loro opere, le collezioni e l’Accademia del Cardinale “Fedrigo”, destinata a scrivere la storia dell’arte e del collezionismo, ma quella corrente no, il pensiero, l’anima di quel periodo storico si era dissolta.
Eppure alcuni raffronti con la situazione attuale presentano assonanze interessanti
Era il 22 febbraio 2020 a Codogno, il primo caso di corona virus veniva riconosciuto, prestò dilagò in tutta la Lombardia Qualcuno dirà che ce n’era stato uno prima, a Bergamo
Prima del COVID19 vi furono anni di incertezza economica e decadenza sociale, mancanza di rispetto per la natura e rappresentanti politiche degne dei costumi decadenti. Situazione comune, diffusa più o meno in tutto il mondo
Bella sfortuna essere restauratrice, od occuparsi di arte in piena pandemia COVID19, mi dico!
Negli studi storici si impara che la storia non procede in modo lineare come potrebbe sembrare ma è un intreccio di eventi e sentimenti comuni. Qualche evento finisce prima di altri e di nuovi se ne aggiungono, coesistono, mentre il sentimento permane e cambia in modo inaspettato e mai in corrispondenza degli eventi, sempre prima o dopo. Vi sono solo casi rarissimi nei quali tutto si interrompe e riparte in modo nuovo. Pochissimi nella storia dell’uomo.
Ma chi mai l’avrebbe detto che ci saremmo trovati a vivere come attori principali uno degli eventi che segnerà la storia. Questo troglodita COVID19 che sta spazzando a colpi di ramazza il sentimento che regge la nostra società, il rischio è grande ma potrebbe avere risvolti positivi di rinascita sociale.
Se avremo il privilegio di sopravvivere potremo essere protagonisti di una stagione nuova forte della consapevolezza della fragilità umana
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http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2020/03/IMG_7214-e1585384713411.jpeg30244032Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2020-03-28 10:44:362020-03-28 11:52:50Tracce di storia parallela al tempo del COVID19
Questo articolo, è il secondo di una serie dedicato al committente dei lavori di restauro, in questo secondo scritto parlerò specificamente dei più comuni errori nei quali incappa il committente sia esso privato che pubblico quando affronta un problema o un lavoro inerente il restauro
1 – Il primo e più comune errore che il committente privato compie è di fatto un sentimento, il timore nei confronti professionista del restauro. Questi mitologici streghe o stregoni che vivono nelle grotte (dipinte) e che parlano un idioma saccente e incomprensibile. È bene sfatare questo mito, un bene per i restauratori, per il committente e sopratutto per l’opera da restaurare. Poiché in alternativa il committente privato finisce per rivolgersi a praticoni più o meno improvvisati a danno del suo portafoglio ed ovviamente dell’opera. Si perché l’amico dell’amico che fa tutt’altro ma che certo sarà in grado di restaurare … nella maggior parte dei casi non è neppure economico!
2- Il più comune errore che compie il committente pubblico sta a monte del restauro stesso, si trova in fase progettuale e forse prima ancora in quella ideativa dell’intervento. Quando si pensa che il restauratore non serva e si demanda tutto al progettista incaricato. In questi casi, se il progettista non è abbastanza avveduto di recuperare un restauratore per suo conto, si trovano computi metrici improbabili trasposti pari pari dai prezzerai edili con voci e materiali inutilizzabili nella realtà di un restauro conservativo. In seguito a ciò si generano spesso situazioni ingestibili tra appaltatori, direzione lavori, Soprintendenze e committenti. Dei temibili guazzabugli di difficilissima risoluzione
3 – L’errore più diffuso nei casi in cui il committente sia uno studio di progettazione è strettamente legata ad un’antica percezione che certi studi di progettazione hanno di se, quella di dover essere in grado di fare tutto, anche quello che non conoscono . E, qualora si rendano conto di avere qualche lacuna in campo del restauro … pensano di risolvere brillantemente il “gap” chiedendo un preventivo ad una ditta di restauro, proponendo il lavoro che stanno progettando senza specificare nulla, nemmeno le fasi di lavorazione previste. La ditta, ignara, formula la sua offerta al ribasso, che è frutto di un idea personale e non riferita ad un progetto predefinito . Il professionista piglia l’offerta o preventivo e lo mette pari pari nel computo metrico. Sul quale verrà chiesto a malcapitati restauratori, normalmente altri malcapitati rispetto al primo, un offerta al ribasso. Questa è la modalità per fare una gran confusione e ottenere prezzi da strozzini. E alla fine la ditta che fa il lavoro la si trova, ma farà ben meno e probabilmente ben peggio di quanto ci si dovrebbe aspettare.
4 – Altro errore molto diffuso in caso di restauro architettonico consiste nel chiamare il restauratore quando tutti i professionisti e artigiani sono già intervenuti, come si farebbe in caso di un dipinto su tela o di un oggetto prezioso. Poniamo che l’oggetto di restauro sia la bifora piuttosto che la fascia sotto gronda o il lacerto di affresco di una facciata . Quando si procede in questo modo solitamente il risultato finale è slegato disarticolato e l’elemento oggetto di restauro un francobollo nel vasto mare dell’edilizia comune. È di fatto probabile che il restauratore debba intervenire verso la fine dei lavori ma l’opportunità di coinvolgerlo sin da subito potrebbe aiutare ad affrontare l’intero intervento con maggiore organicità e rispetto per l’intero manufatto.
5 – un diffusissimo errore della committenza consiste nel confondere il progetto di restauro con il preventivo di restauro. In realtà sono due atti professionali distinti e l’uno non sostituisce l’altro! Il progetto è uno studio accurato del manufatto da restaurare, il più oggettivo possibile, correlato di una proposta d’intervento. Il preventivo è di fatto un offerta economica per realizzare quel dato intervento, ed ha la caratteristica di essere del tutto soggettivo. Il problema che sorge immediatamente agli occhi del committente è che il progetto ha un costo mentre il preventivo è gratuito. Così molti committenti si chiedono; perché mai scegliere il primo quando va benissimo il secondo e più economico? Bene, sappiate che alla base di questa scelta si trovano molti degli insuccessi dei progetti presentati alle Soprintendenze di tutta Italia
Vi chiedete quale sia la soluzione a questi cinque errori? In realtà è molto semplice; consiste nel parlare con i professionisti del restauro, coinvolgerli nelle scelte. Creare dei gruppi di lavoro con più figure professionali, dove ognuno apporta le proprie competenze. Non abbiate paura dell’aspetto economico, parlatene preventivamente e una via condivisa si troverà!
Questa è la seconda parte dei consigli per i committenti del restauro … a presto le prossime puntate
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SilviaContiRestauroConservativo
http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2020/03/IMG_7026j.jpg40323024Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2020-03-25 10:13:572020-03-25 14:53:23Il nodo del Restauro - Gli errori del committente
In questo mio blog, parlo di restauro di arte e tecniche artistiche.
Cosa centrerà mai la campagna elettorale con il restauro, vi chiederete! Ebbene c’entra parecchio perché siamo la categoria più snobbata da qualsivoglia schieramento politico. L‘oggetto del nostro lavoro, le opere d’arte? Sono i beni più vilipesi da qualsiasi schieramento politico. Direi che di motivi per evitarli ce ne sono parecchi!
C’è la pandemia di COVID19, è ormai un dato acquisito e conclamato, si prospettano scenari oscuri e imprevedibili per imprese e lavoro.
Si faticano a contare i morti e l’insicurezza fa traballare tutte le certezze che parevano acquisite.
E in questo scenario apocalittico che pensavamo di dover vedere solo in qualche film di dubbio gusto cosa si sta insinuando? Ebbene si proprio lei, con le sue viscide modalità, la campagna elettorale!
Accade già da qualche giorno, sui social compaiono qua e la dei post che si presentano a primo acchito come uno sfogo, come legittima denuncia di un ingiustizia. Dai caratteri cubitali su fondi colorati si stagliano frasi urlate, secche e grevi, spesso ovvie e banali. In altri casi lunghe e lagnose, sbrodolate sgrammaticate, copiate e incollate. In entrambi i casi, tra le righe, compare la sagoma del cattivo, mentre il buono ancora non si manifesta, si deduce per la logica degli opposti.
Occulti candidati, spesso nullatenenti, nullasapienti e nullafacenti, che ambiscono a stipendi da sogno. Approfittano della pandemia, del pubblico votante costretto a casa. Possono contare su una pletora di portatori sani di idiozie, un esercito di soldatini che diffonde nella rete, più o meno consapevolmente, un sentimento, che sfocerà in voti sonanti! Et Voila!
Signore e signori se ne uscirete vivi saprete con precisione per chi votare, saprete chi incolpare con certezza per tutti i mali del mondo, saprete chi sono i buoni e chi i cattivi, cos’altro desiderare dalla vita … e come non esserne felici!
Se li conosci li eviti …già!
1 – Il COVID non lo conosciamo e non riusciamo ad evitarlo se non standocene ben nascosti in casa. Ma il COVID19 è un virus primitivo, di quelli con la clava in mano e quando si sarà riprodotto a sufficienza se ne starà buono e fermo in una specie di letargo volontario, giusto il tempo perché si metta a punto un vaccino … e l’avremo sfangata!
2 -La campagna elettorale, la conosciamo anche nelle sue forme subdole. Purtroppo risulta essere meno intelligente del primitivo virus con la clava, perché non ha il buon gusto di fermarsi neppure nei momenti più bui della storia e, con la sua anima da sciacallo, non smette mai di approfittare di qualsivoglia debolezza per imporci mediocri figuri che poi dovremo mantenere ed onorare per lunghi anni!
Penso, spero e confido nella indiscutibile genialità degli Italiani e cerco, con la pazienza della restauratrice, sotto ai mille strati di schifezze che emerga una classe politica che abbia capacità, disinteresse personale e fantasia per fare nuovamente grande il nostro paese
SilviaContiRestauroConservativo
http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2020/03/IMG_4816.jpeg19853024Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2020-03-18 08:28:152020-03-18 09:25:19COVID19 e campagna elettorale, se li conosci li eviti!
Gli argomenti di cui vorrei parlare nei miei articoli, i molti dettagli tecnici e quelli teorici si affastellano nella mia mente, restano accatastati, stoccati in un angolo, come nell’area tecnica di un cantiere, in attesa di tornare utili, di ritrovare un senso!
Forse non è il momento, provo una forma di pudore, ho il timore di sentirmi idiota nello scrivere del consolidamento di un’intonaco o di come riconoscere l’origine delle lesioni di un manufatto. Una idiota, quando i numeri del contagio che leggo sui siti dei giornali paiono un bollettino di guerra. La guerra noi non l’abbiamo mai conosciuta e, quando l’abbiamo studiata ci pareva assurda e lontana, mentre questo virus infame è vero e vicino!
Di fronte a questa minuscola e minacciosa forma vivente, siamo indifesi e spaesati. Così piccolo che non è dato vedere, così insidioso che non è dato trovare! Se ti piglio ti immergo nell’amuchina, anzi nel benzalconio cloruro … per essere filologica!
“Nel silenzio si scoprono le sfumature” mi è stato comunicato proprio ieri ed è vero!
Dobbiamo fare tesoro di questo silenzio mi dico. Approfittarne per affinare il pensiero, mettere a punto nuovi progetti
Può essere, anzi è certo, che questo evento lascerà tracce profonde nella nostra società e forse potremmo cogliere l’occasione perché queste tracce vadano nella direzione giusta, perché queste ferite e questo dolore servano, con le loro cicatrici dolenti, a cancellare, modificare e correggere le storture della nostra vita sociale
Così come per la nostra amata professione del restauro, sia mai che il risveglio da questo imposto torpore sia come il primo respiro dopo l’apnea. Porti una sensibilità nuova, una rinnovata visione della conservazione e del restauro di tutti manufatti
Un nuovo rispetto per le tracce della storia
Le prove della vita servono a crescere, le prove collettive ad evolvere e questo è quanto mi auspico!
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http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2020/03/IMG_2100.jpeg11022720Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2020-03-14 09:41:542020-03-14 10:05:29Il pensiero del restauro ai tempi del COVID19
In questo articolo ho deciso di pubblicare due poesie, premetto che me ne vergogno
ma del resto:
Ogni cretino scrive poesie
Ogni idiota cogita in versi
Vi sono più aspiranti poeti che artisti
La poesia è trasversale sgorga dall’anima, che tu sia chierico, dirigente o ferroviere sognante
In tutti gli esseri banali si nasconde una vena poetica
Nel recondito anfratto dell’ego sensibile, ognuno è poeta
Tra questi anch’io
Mi presento, mi chiamo Silvia e … se ci volete credere, qualche volta scrivo poesie ma, per fortuna, me ne vergogno
La seconda poesia è sulla professione del restauro … e dopo questo, la mia vena poetica tornerà nell’ombra!:
Vecchie carabattole, oggetti smembrati dalla superficie polverosa in androni vuoti
Ponteggi impervi in faccia al vento, luoghi irraggiungibili, nati per essere veduti, amati ma non toccati
Caciara di tubi e compressori alternati a silenzi infiniti, tracce di pensieri perduti, alti e lontani
Ricerca di labili frammenti nella fragilità della materia a cui allungare il tempo
Tentativi falliti di testardaggine e pazienza, infine il risultato seguito da effimere celebrazioni e urgenti relazioni
Si svuotano gli spazi dall’ingombrante presenzariprende la vita quotidiana di oggetti e luoghi
Riprende il nostro pellegrinaggio verso nuove superfici polverose
“Addio monti sorgenti dall’acque ed elevati al cielo … quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana.” diceva Manzoni, poiché infine
La professione del restauro è il legame indissolubile dell’anima alle cose che non è dato negare
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Oggi desidero aggiungere un mio pensiero all’attuale situazione italiana, quella lombarda in particolare. Il contingente problema legato alla diffusione dell’epidemia virale del virulento virus, che si è introdotto con prepotenza nei nostri pensieri e ha fatto breccia nelle nostre ansie, penso con tristezza alle ricadute su economia e lavoro e, come sempre raffronto il tutto al nostro mirabolante mondo del restauro.
Penso alla mia regione a quell’incredibile città che è Milano, capace di ricrearsi sempre e, da sola, trascinare le sorti di un intero e squinternato paese, sulle proprie spalle larghe fatte di lavoro, poche scuse e tanta abnegazione. Milano non permetterà che tutto quanto venga rovinato dall’impropria gestione di un evento improbabile ma possibile!
… e per noi restauratori? Noi restauratori continuiamo a lavorare, nelle chiese più vuote, nei cantieri all’aperto, abbiamo qualche timore, applichiamo regole e restrizioni ma capita persino di trovare parcheggio sotto al ponteggio.
Certo per noi che siamo abituati a rimuovere i depositi di polvere da sopra i cornicioni, che se ne stavano li dal 1560 e potrebbero contenere le spore della peste del 1630, che entriamo come astronauti nelle celle campanarie dove nidificano i piccioni con tute di carta spaziale e mascherine di carnevale, che rimuoviamo ragnatele nere come la pece. Ecco per noi tutto quanto sta accadendo ha un non so che di “casalingo” , un sentore di vaga normalità. Nel senso che per noi arrivare a casa e spogliarsi sull’uscio per non introdurre “schifezze”, costruire ponti sanitari tra la porta d’ingresso, la lavatrice e la doccia è cosa da tutti i giorni. Mangiare in posti improbabili e sviluppare anticorpi grandi come lontre pure. (vedi articolo “I restauratori e il cibo”)
Tutto piuttosto normale per noi … se vi fosse bisogno di qualche dritta, contateci!
Il dato incredibile è che sono calati drasticamente i pensionati in osservazione ai cantieri, e quasi ci fa tristezza, vorremmo andarli a chiamare e dire: ” ci manca tanto la vostra opinione”! In definitiva ciò che manca è la tranquillità del contatto umano
E mentre confido nell’incrollabile razionalità del nord Italia spero che tutto si traduca in utile lezione e ci aiuti a scegliere in futuro governanti e dirigenti esattamente come se scegliessimo un manager aziendale. Poca apparenza e tanta competenza!
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In questo articolo, anziché parlare da restauratrice per restauratori proverò a parlare da restauratrice per i committenti del restauro. Ho provato a mettermi dall’altra parte, dalla parte del committente e, devo ammettere, il panorama è tutt’altro che semplice.
Ho verificato che non dev’essere cosa facile affacciarsi alla selva degli adempimenti richiesti in caso di restauro da “non addetto ai lavori” e, in caso di manufatto non sottoposto a vincolo dev’essere comunque un bel guaio approcciarsi alla scelta tra la selva di professionisti … e non. Scegliere chi possa fare al caso proprio e soprattutto distinguere e scegliere tra un intervento conservativo da un intervento mascherato da restauro. E questo vale sia per il committente privato che per lo studio di progettazione. Un vero e proprio nodo da districare
La via del restauro appare la più tortuosa soprattutto se raffrontata a quegli interventi molto diffusi e che mostrano sempre il loro lato “fast & cip”: una settimana e la tua casa splenderà come nuova, niente polvere, niente autorizzazioni, pochi soldi … che altro si potrà mai desiderare ?! Ma la realtà dei fatti è piuttosto distante anche dagli interventi veloci e indolori che normalmente tendono a mostrare l’altra faccia della medaglia entro breve tempo
Proverò a dare dei semplici spunti affinché chi si approccia in qualità di committente, alla disciplina del restauro, possa distinguere e scegliere più agevolmente
Le priorità: In primo luogo è utile stendere un elenco di priorità. Analizzare ciò che si vuole restaurare in relazione alle altre azioni necessarie o circostanti. Mi spiego meglio, ad esempio la parte di restauro di una facciata nel complesso di un a ristrutturazione più ampia, oppure il restauro del libro storico in relazione ad altre spese necessarie per l’adeguamento degli spazi circostanti. Quindi collocare il restauro desiderato in un elenco di priorità. Stendere un elenco da 1 a 10 e compilarlo. Se il vostro restauro sta tra la posizione 7 e 10, lasciate perdere. Se lo collocherete tra il 4 ed il 6 potete pensare di affrontare l’avventura. Se il restauro sta tra le prime tre posizioni … non attendete oltre, cominciate a cercare i professionisti!
Fermi! Se temete di non avere fondi sufficienti per realizzare un restauro evitate gli interventi sostitutivi. Del tipo : “chiamo il muratore, l’imbianchino o il falegname anziché il restauratore”… piuttosto di fare male non fate nulla! Oppure scegliete un intervento di messa in sicurezza e attendete tempi migliori. Un qualsiasi intervento inadeguato potrebbe compromettere per sempre il vostro bene storico
I costi: Spesso il restauro conservativo costa meno di quanto non si possa immaginare, semplicemente non lo si considera una priorità. Proverò a fare un esempio, mentre ognuno è tranquillamente preparato a spendere decine di migliaia di euro per l’adeguamento di un impianto elettrico o la nuova serranda del garage e non si stupirà certo delle richieste connesse a tali lavori. Salterà sulla sedia non appena il restauratore del legno chiederà un paio di migliaia di euro per il restauro della cassapanca della nonna. Eppure basterebbe abituarsi all’idea del restauro come un atto dovuto agli oggetti che amiamo, che richiede tempo, materiali e competenze e che si, per loro natura hanno un costo!
I professionisti: Nel restauro come in tutte le altre discipline esistono dei professionisti che per giunta possono avere specializzazioni a seconda del bene materiale di cui si occupano. Potrete trovare specialisti dei dipinti e quelli della carta, quelli del legno, degli intonaci, della pietra, dei metalli e così via. Ma spesso pare una disciplina unica, confusa, vagamente nebulosa e molto distante dalla realtà. Per questo motivo si tende a cercare il “sostituto” del restauratore in una figura che paia più gestibile e alla portata di tutti. Il sostituto può essere il falegname … “così bravo che può restaurare” o l’orologiaio che potrà certo dare una lucidata all’antico pendolo di casa, e così via. Ma queste scelte, seppur rassicuranti in prima istanza, potrebbero rivelarsi il passo falso che genererà di seguito problemi di conservazione dei manufatti artistici. Letto per esteso è un pensiero che pare assurdo, nella stessa misura in cui nessuno dotato di senno, farebbe sistemare la caldaia da un muratore o il tetto all’elettricista. Tuttavia si rileva come persistente, un affannoso e diffuso tentativo di trovare i sostituti ai professionisti del restauro soprattutto tra i privati ed i progettisti che lavorano per i privati.
Così per gioco provate a cercare i professionisti, parlategli chiaramente delle problematiche, si sa mai che si trovino delle inaspettate soluzioni nonché delle piacevoli sorprese!
Questa è la prima parte dei consigli per i committenti del restauro … a presto le prossime puntate
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Natale per i cattolici, Channuka per gli ebrei: più o meno corrispondono. Corrispondono al solstizio d’inverno quando la luce del sole raggiunge il punto più basso e da lì riprende a crescere, una nuova era, una nuova luce e nuova speranza, ogni anno. Così ci si ritrova avvolti da una coltre di irreale misticità. Diviene più spontaneo, quasi necessario rivolgersi ad un entità superiore, al proprio Dio, rivolgere il proprio pensiero per chi soffre e rivolgerlo a se stessi. Diviene lecito chiedere e persino sognare … Ed è uno dei pochi momenti dell’anno in cui gli adulti se lo possono permettere!
E, per restare in linea con le tematiche del blog, dove ci si occupa di restauro … cosa sogna un restauratore, cosa un estimatore del restauro
Il restauratore sogna certo di riuscire a consegnare il lavoro per Natale, delle nuove spatole a foglia d’ulivo forgiate a mano e, il più intrepido una nuova auto … per caricarci un intero cantiere!
Un amante dell’arte ed estimatore del restauro sogna di poter viaggiare e vedere altre opere e altre nuove città
Ognuno di noi sogna nuovi interventi di recupero del patrimonio storico artistico
Quindi il mio augurio:
Che vi sia Nuova e più profonda coscienza civile nella conservazione dei Beni Culturali e nuovi importanti restauri per tutti, per chi li esegue, per chi se li godrà … un desiderio a scelta per chi ha altro per la testa!
Gli interventi su palazzi storici o su complessi urbani vedono l’intersecarsi di molte discipline, due in particolare l’edilizia ed il restauro, due discipline che si trovano a lavorare sugli stessi manufatti, “gomito a gomito” ma sono e restano ben distinte tra loro.
Possiamo affermare che il restauro architettonico convive con l’edilizia, che ha delle fasi di lavorazione se non simili confondibili, ma ciò non equipara le due tipologie d’intervento
Spesso i termini di ristrutturazione e restauro vengono utilizzati impropriamente come sinonimi.
Il concetto di restauro delle grandi opere è divenuto liquido e malleabile, per questo spesso viene utilizzato impropriamente, qualche volta con furbizia e dolo, qualche volta per mera insipienza. Tutti sappiamo che per ragioni burocratiche passano per opere di restauro interventi che prevedono percentuali inferiori al 10% di restauro conservativo vero e proprio. Ma la burocrazia non dev’essere una scusa per trasformare in restauro ciò che restauro non è!
Soprattutto tra gli addetti all’edilizia e della parte commerciale immobiliare resta una grande confusione su cosa sia restauro e cosa edilizia. Così per dare un piccolo contributo a chiarire le aree di pertinenza di specifiche fasi di lavorazione che possono essere ascrivibili ad entrambe le categorie. Ne elencherò alcune indicando ciò che è restauro e quindi va realizzato da restauratori e ciò che è edilizia e quindi può essere realizzato da muratori, carpentieri, imbianchini, serramentisti, ecc
Ecco l’elenco
Scoperchiare un edificio e rifare la copertura è EDILIZIA
Rimuovere il manto di copertura di un edificio, conservare i coppi antichi, pulire, conservare, consolidare e trattare il legname , quindi riposizionare il manto di copertura integrando le sole parti mancanti con coppi simili è RESTAURO
Demolire un edificio per poi ricostruirlo uguale, uguale è EDILIZIA
Cambiare destinazione d’uso e trasformare un palazzo nobiliare in un condominio è EDILIZIA
Cambiare destinazione d’uso, suddividere un palazzo nobiliare con setti mobili e distinguibili, dove possibile trasparenti, conservando ogni elemento materiale sia di interesse storico artistico utilizzando per ogni materia la specifica tecnica di restauro (scale, affreschi, porte, pavimenti, soffitti lignei, vetri antichi, ecc) è RESTAURO
Bucare un soffitto a volta o demolirla in parte per farci passare una scala di collegamento è … EDILIZIA
Trovare soluzioni rispettose e compatibili con il palazzo storico è RISTRUTTURAZIONE compatibile con il RESTAURO
Scavare tracce nei muri per il nuovo impianto elettrico è EDILIZIA
Progettare impianti elettrici esterni e corpi illuminanti che riutilizzino vecchi alloggiamenti è RISTRUTTURAZIONE compatibile con il RESTAURO
Rifare i solai in CLS è EDILIZIA
Consolidare i solai è RESTAURO
Uniformare e regolarizzare le aperture di una facciata è EDILIZIA
Conservare tutto quel che c’è, che ci piaccia oppure no è RESTAURO
Demolire gli intonaci è EDILIZIA
Demolire stuccature cementizie avendo cura di salvaguardare i lacerti di intonaco antico, previa esecuzione di opportuni consolidamenti e stuccature salvabordo è RESTAURO
Stendere una “rasatura” di intonaco o intonachino e ricoprire tutto quello che c’è così “diviene più uniforme”, è EDILIZIA
Spianare le pareti, annullare le ondulazioni, raddrizzare gli spigoli e rendere tutto “a piombo” è EDILIZIA
Seguire gli andamenti naturali storici o storicizzati degli intonaci è RESTAURO
Demolire l’intonaco per mettere in mostra la tecnica costruttiva della pietra o del mattone sottostante è EDILIZIA
Ripristinare le porzioni di intonaco mancante, con intonaco di uguale composizione e granulometria di quello originale, avendo cura di non coprire i lacerti originali è RESTAURO
Eseguire stuccature spalmando e sfumando la malta per decine di centimetri oltre la mancanza è EDILIZIA
Eseguire stuccature fermandosi sulla rima della mancanza è RESTAURO
Cambiare il colore ad un palazzo storico (disconoscendo le stratigrafie) solo perché al committente “piace il giallo” oppure perché si intona meglio al contesto è EDILIZIA
Consolidare gli intonaci con acqua di calce o silicato di potassio è RESTAURO
Stendere una “mano” di aggrappante o isolante prima della tinteggiatura finale è EDILIZIA
Tinteggiare con colori acrilici e al quarzo è EDILIZIA
Velare, integrare, ritoccare, armonizzare i colori esistenti con pigmenti e materiali della tradizione è RESTAURO
Queste sono solo alcune delle fasi che più comunemente sono soggette a confusione tra le due categorie, ma ve ne sono certo molte altre. Chi volesse contribuire alla distinzione, aggiunga altre fasi nei commenti
Testi e immagini
SilviaConti RestauroConservativo
http://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2019/12/IMG_5964-e1576404704486.jpeg30322274Silviahttp://www.silviaconti.it/silviaconti/wp-content/uploads/2018/05/Logo-SC-120.pngSilvia2019-12-16 08:39:592019-12-18 09:08:31Restauro ed edilizia ... trova le differenze
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