Articoli

I simboli nell’arte – Il nodo Gordiano

In questo articolo vorrei parlare di uno dei simboli che popolano le raffigurazioni artistiche, il nodo Gordiano

È un elemento di estremo interesse, che spesso, proprio per le sue caratteristiche estetiche, si maschera tra gli apparati decorativi di contorno, quasi fosse un motivo ricorrente, come tanti altri.

In realtà il nodo di Gordio ha una storia antichissima e dei significati profondi che, a seconda dei periodi storici, hanno assunto specifiche inclinazioni semiotiche. Per questo quando ne vediamo alcuni nelle raffigurazioni è utile pensare al contesto storico e sociale e provare a capirne il significato profondo. I simboli che permeano le opere d’arte costituiscono un universo parallelo di messaggi  più o meno reconditi

Iniziando dalla mitologia, Gordio era un Re della Frigia, ma prima di essere re, la leggenda vuole che fosse un contadino  a cui Zeus, sotto forma di oracolo di Sabazio, posandosi sul suo aratro nelle forme di un’aquila diede un segno (segnale). Lo stesso Oracolo anni dopo, indicò alla città rimasta sguarnita di Re di eleggere il primo uomo che accedesse al tempio con un carro. Gordio arrivò con il carro e fu Re!

Fondò una città con il suo nome. Il suo carro rimase legato all’acropoli con un  nodo impossibile da districare. Tant’è che il mito dice che chiunque fosse riuscito a sciogliere tale nodo sarebbe divenuto dominatore dell’Asia. Tutti sanno che vi riuscì Alessandro Magno nel 333 a.c. che risolse il problema recidendo nettamente con la spada l’indistricabile nodo di Gordio.

 (immagine Sala espositiva neogotica della Galleria Accademia di Belle Arti Tadini)

Il  nodo Gordiano, come accennato sopra, assume nel tempo significati diversi seppur tutti vicini al concetto primordiale di legame. Inizialmente il nodo indistricabile viene declinato nella raffigurazione della situazione irrisolvibile, se non in modo cruento e deciso come un colpo di spada.

Ma è facile pensare a come il nodo indistricabile di Gordio abbia assunto significati  di unione indissolubile, di forza e resistenza. Utilizzato da re e potenti, da corporazioni, religioni sino alle confraternite e perfettamente calzante alla simbologia massonica di tutti i tempi.

Lo troviamo come espressione simbolica di ogni cultura, in ogni latitudine; dai Greci ai Celti, dall’oriente all’occidente

Il nodo Gordiano varia nel tempo anche dal punto di vista della raffigurazione partendo dal più semplice trilobato, che ricorda i brezen, sino a quelli multipli e più complessi

Così quando capita di osservare un’opera d’arte che sia essa una partitura decorativa a fresco, un mosaico, una scultura o una stampa e scorgete un decoro annodato come il nodo Gordiano, proviamo a pensare al contesto, ai committenti, oppure all’artista, alla confraternita che eventualmente lo sosteneva e forse avrete qualche indizio utile per ricostruire dei significati che i simboli ci mettono davanti agli occhi ma in modo che vengano compresi solo da coloro i quali avranno gli strumenti per comprenderne il significato recondito.

Testi e immagini

SilviaContiRestauroConservativo

Simboli nell’arte, il Tasso Barbasso

Come spesso è capitato di dire da questo blog, il restauro costituisce un importante fase di studio

Restaurando un dipinto, una scultura o genericamente un’opera d’arte si incontrano dati materiali, dettagli tecnici e conservativi ma anche dettagli stilistici che possono essere, in quella fase, approfonditi con maggiore attenzione.

Un dettaglio simbolico che spesso si incontra negli angoli più reconditi di un dipinto, tra quelle pennellate che potrebbero sembrare di contorno al fulcro della  narrazione sono le piante ed i fiori

Quale presupposto, è buona cosa entrare nell’ordine delle idee che  piante e fiori, soprattutto in tempi antichi, non avevano mai la mera valenza decorativa, ma sempre erano legate ad un significato simbolico.

Un’essenza che mi è capitato di trovare spesso, raffigurata a contorno di opere d’arte, è il Tasso Barbasso. Si tratta di un’erba biennale estremamente diffusa, la possiamo trovare in qualsiasi campo e persino ai bordi di strade e autostrade. Il nome botanico è Verbascum Thapsus. Ha le foglie carnose e coperte di peluria, un fusto molto alto con dei fiori gialli che sbocciano lungo lo stelo. Ha molte proprietà terapeutiche e, in tempi antichi trovava svariati utilizzi. Ha la caratteristica di morire e rinascere in stagioni successive

Ogni restauratore, ogni amante dell’arte ne avrà visti a bizzeffe raffigurati ai margini dei dipinti, inserite così  quasi per caso, come si trovano ai margini delle strade. Sono  per lo più narrazioni sacre, infatti il nostro tasso barbasso ha un valore simbolico estremamente importante di redenzione e rinascita

Non a caso lo troviamo in quasi tutte le fughe in Egitto e in molte altre raffigurazioni. Caravaggio lo amava molto, o forse lo amavano i suoi committenti e lo ha rappresentato in molti dipinti, si vedano i suoi “San Giovanni Battista” o il “riposo dalla fuga in Egitto”

vediamone alcuni

Correggio, “riposo dalla fuga in Egitto” tra le mani del san Francesco inginocchiato abbiamo il Tasso Barbasso

 Caravaggio, “San Giovanni Battista” dei musei Capitolini di Roma, all’angolo in basso a destra troviamo il nostro tasso barbasso

 Caravaggio, “San Giovanni Battista” conservato a Toledo, in questo dipinto il tasso barbasso fa da giaciglio all’agnello

 Caravaggio, “San Giovanni Battista” conservato a  Kansas City ai piedi a destra troviamo ben due tassi barbassi

Rembrandt, “Fuga in Egitto”,  a sinistra del dipinto, il tasso barbasso si sporge come una forma che rincorre l’ombra dei fuggiaschi

Questi gli esempi più importanti ma quanti ne vediamo ogni giorno di questi elementi simbolici che ci vogliono comunicare più della bellezza manifesta dell’arte, il loro messaggio recondito pensato per noi.

 

 

Testi

SilviaContiRestauroConservativo