Il restauro e il volo del cigno
Sogno di un mattino di mezza primavera
Vorrei veder volare l’arte della conservazione del patrimonio, come un cigno.
I cigni faticano a decollare per via della loro mole, ma quando volano, con le loro grandi ali ed il collo lungo a far da timone, volano più in alto di tutti i volatili
Ecco vorrei vedere la mia professione decollare … Non necessariamente per un mero risvolto utilitaristico, vorrei vedere diffondersi la cultura della conservazione e del patrimonio
Semplicemente vorrei che fosse di dominio pubblico il fatto che il patrimonio storico artistico, sotto le sue infinite forme, sia la nostra storia, sia parte di noi. Così, come la nostra lingua. Ecco proprio un linguaggio comune, senza il quale saremmo relegati ad un eterno balbettio, indotto dall’assenza di memoria
Vorrei spazzare via, con colpo d’ali, tutti i preconcetti sul restauro e la conservazione
Vorrei che fosse ovvio che tra un manufatto stratificato di storia ed una nuova edificazione si debba scegliere il primo, essendo disposti ad accettarne le difformità da un gusto dominante e preconcetto del bello
Vorrei che fosse doveroso per tutti conservare anche ciò che non si considera”bello”, in virtù della sua storia
In virtù del rispetto. Rispetto per chi ha progettato per chi ha realizzato, per chi ha posseduto, vissuto, modificato, amato quel manufatto. E, dalle nostre mani, debba arrivare alle future generazioni con il suo carico di storia e insegnamenti.
Purtroppo in questo momento storico, chi si occupa di conservazione e restauro non è che un brutto anatroccolo
I motivi sono molti, sono culturali, economici ed utilitaristici
In ogni caso mi preme inviare il mio plauso a tutti coloro i quali, con la loro supponente miopia economica, stanno lasciando deperire un grande patrimonio di storia, arte e bellezza
Testi e immagini SilviaConti©RestauroConservativo