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Pasqua 2020

Buona Pasqua 2020

Si fa presto a dire Buona Pasqua e chi l’ha mai vissuta una Pasqua simile!

Che si fa per Pasqua, si va per musei? Magari un viaggio all’estero? Quest’anno preferirei il mare! No, io resto in famiglia, siamo in 24! Poi le celebrazioni, io voglio andare in duomo, io nella capitale ed io nella chiesetta di campagna

Nessun problema quest’anno grazie al nostro virus virulento abbiamo sventato il dilemma in merito a “che fare”. Si resta a casa, l’ha deciso il virus per noi!

Detto così fa brutto, ed anche triste, ma per chi ogni anno era in cerca di emozioni e avventure sempre più grandi e uniche, quest’anno potrà mettersi comodo. La Pasqua più incredibile della nostra vita ci è servita su un piatto d’argento

E, per restare in linea con le tematiche del blog, dove ci si occupa di restauro …  per una volta a Pasqua non avremo scadenze e consegne: il dipinto, la Chiesa,  l’arredo sacro, l’inaugurazione. Veloci, veloci che serve per Pasqua! Quest’anno tutto tace! Tace di fronte ad una moltitudine di tragedie umane che si consumano ogni giorno in silenzio e che fanno sentire piccole e stupide tutte le ansie di cui abbiamo farcito la nostra esistenza

Avremo tempo per pensare

Avremo  tempo per sperare

Avremo tempo per sognare

 

Per pensare alla caducità ed alla fragilità dell’uomo e dei sistemi sociali e finanziari su cui avremmo scommesso senza indugio sino a poco tempo fa!

Per sperare che il significato profondo della Pasqua si concretizzi presto per ognuno di noi. Nel significato dell’esegesi Ebraica e Cristiana: di libertà per il Pesach Ebraico e rinascita per la Pasqua  Cristiana.

Per sognare di tornare a vivere liberi, arricchiti da una nuova e profonda esperienza umana  e  gratificati da nuove avventure professionali.

Un pensiero speciale a chiunque si occupi di beni culturali, restauro ed arte in genere  … e,  allietata dalle note sublimi del tosa erba del vicino, vi mando i miei migliori Auguri di buona sopravvivenza e di rinascita

Buona Pasqua

 

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SilviaContiRestauroConservativo

Il pensiero del restauro ai tempi del COVID19

Lombardia 14 marzo 2020

Ho mille idee in testa!

Gli argomenti  di cui vorrei parlare nei miei articoli, i molti dettagli tecnici e quelli teorici si affastellano  nella mia mente, restano accatastati, stoccati in un angolo, come nell’area tecnica di un cantiere, in attesa di tornare utili, di ritrovare un senso!

Forse non è il momento, provo una forma di pudore, ho il timore di sentirmi  idiota nello scrivere del consolidamento di un’intonaco o di come riconoscere l’origine delle lesioni di un manufatto. Una idiota, quando i numeri del contagio che leggo sui siti dei giornali paiono un bollettino di guerra.  La guerra noi non l’abbiamo mai conosciuta e, quando l’abbiamo studiata ci pareva  assurda e lontana, mentre questo virus infame è vero e vicino!

Di fronte a questa minuscola e minacciosa forma vivente, siamo indifesi e spaesati. Così piccolo che non è dato vedere, così  insidioso che non è dato trovare! Se ti piglio ti immergo nell’amuchina, anzi nel benzalconio cloruro …  per essere filologica! 

 “Nel silenzio si scoprono le sfumature” mi è stato comunicato proprio ieri ed è vero!

Dobbiamo fare tesoro di questo silenzio mi dico. Approfittarne per  affinare il pensiero, mettere a punto nuovi progetti

Può essere, anzi è certo, che questo evento lascerà tracce profonde nella nostra società e forse potremmo cogliere l’occasione perché queste tracce vadano nella direzione giusta, perché queste ferite e questo dolore servano, con le loro cicatrici dolenti, a cancellare, modificare e correggere le storture della nostra vita sociale

 Così come per la nostra amata professione del restauro, sia mai che il risveglio da questo imposto torpore sia come il primo respiro dopo l’apnea. Porti una sensibilità nuova, una rinnovata visione della conservazione e del restauro di tutti manufatti

Un nuovo rispetto per le tracce della storia

Le prove della vita servono a crescere, le prove collettive ad evolvere e questo è quanto mi auspico!

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SilviaContiRestauroConservativo

Virus e restauro

CO-VID 19,  restauro e cavoli a merenda!

Oggi desidero aggiungere un mio pensiero  all’attuale situazione italiana, quella lombarda in particolare. Il contingente problema legato alla diffusione dell’epidemia virale del virulento virus, che si è introdotto con prepotenza nei nostri pensieri  e ha fatto breccia nelle nostre ansie, penso con tristezza alle ricadute su economia e lavoro  e, come sempre raffronto il tutto al nostro mirabolante  mondo del restauro.

Penso alla mia regione a quell’incredibile città che è Milano, capace di ricrearsi sempre e, da sola, trascinare le sorti di un intero e squinternato paese, sulle proprie spalle larghe fatte di  lavoro, poche scuse e tanta abnegazione. Milano non permetterà che tutto quanto venga rovinato dall’impropria gestione di un evento improbabile ma possibile!

e per noi restauratori? Noi restauratori continuiamo a lavorare, nelle chiese più vuote, nei cantieri all’aperto, abbiamo qualche timore, applichiamo regole e restrizioni ma capita persino di trovare parcheggio sotto al ponteggio.

Certo per noi che siamo abituati a rimuovere i depositi di polvere da sopra i cornicioni, che se ne stavano li dal 1560 e potrebbero contenere le spore della peste  del 1630, che entriamo come astronauti nelle celle campanarie dove nidificano i piccioni con tute di carta spaziale e mascherine di carnevale, che rimuoviamo ragnatele nere come la pece. Ecco per noi tutto quanto sta accadendo ha un non so che di  “casalingo” , un sentore di vaga normalità. Nel senso che per noi arrivare a casa e spogliarsi sull’uscio per non introdurre “schifezze”, costruire ponti sanitari tra la porta d’ingresso, la lavatrice e la doccia è cosa da tutti i giorni. Mangiare in posti improbabili e sviluppare anticorpi grandi come lontre pure. (vedi articolo “I restauratori e il cibo”)

Tutto piuttosto normale per noi … se vi fosse bisogno di qualche dritta, contateci!

Il dato incredibile è che sono calati drasticamente i pensionati in osservazione ai cantieri, e quasi ci fa tristezza, vorremmo andarli a chiamare e dire: ” ci manca tanto la vostra opinione”!   In definitiva ciò che manca è la tranquillità del contatto umano

E mentre confido nell’incrollabile razionalità del nord Italia spero che tutto si traduca in utile lezione e  ci aiuti a scegliere in futuro governanti e dirigenti esattamente come se scegliessimo un manager aziendale. Poca apparenza  e tanta competenza!

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SilviaConti  RestauroConservativo